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Biografia di Carlo Venturini

Carlo Venturini nasce a Massa Lombarda, piccolo paese agricolo allora nella Legazione di Ferrara dello Stato Pontificio, il 6 giugno 1809, primogenito di Antonia Bassi e di Sebastiano Venturini, discendente da una delle cento famiglie lombarde fuggite da Marmirolo a causa delle persecuzioni di Ezzelino II da Romano e venute ad abitare nel 1251 nell’antica Massa San Paolo, da allora in poi chiamata Massa dei Lombardi.

.Il padre fu stimato buon cittadino, impiegato del suo Comune. La madre Antonia morì nel 1815 quando Carlo aveva appena sei anni, ma comunque fu sempre seguito con affetto e cura dal padre.

Riguardo agli altri fratelli abbiamo notizie solo dal Memoriale quando narra di una visita all’anziano padre nel 1882 con la presenza a tavola dei suoi cinque figli viventi. Oltre a Carlo, don Luigi, rettore di S. Egidio di Ferrara, Federico, avvocato, Commissario della Legge della Repubblica di S. Marino e poi Consigliere della Corte d’Appello di Roma, Antonia, residente a Ferrara, e Silvia, il cui nome è presente nella seconda redazione del Testamento (1860).

Compiuti gli studi nel “patrio ginnasio” dove aveva per la sua viva intelligenza e la sua ferma volontà di studiare, conseguito premi scolastici, dopo aver sostenuto a pieni voti gli esami di ammissione, si iscrive nel 1829 alla Facoltà di Medicina della Università di Bologna, tramite un sussidio concesso al padre, siccome la famiglia Venturini in quegli anni si trovava in difficoltà economiche.

I certificati di lode rilasciati dai docenti e dai direttori degli ospedali dove svolgeva il tirocinio, oltre agli attestati che ne sottolineano l’impegno, la bravura, la condotta e il successo nelle cure dei malati, testimoniano la sua brillante carriera universitaria.

Il 9 giugno 1830 ottiene il grado di Baccelierato. Nel giugno del 1833 si laurea a pieni voti in Medicina, svolge poi un anno di esercizio pratico della medicina sotto la guida del professor Giambattista Comelli; in seguito si specializza in “teorico-chirurgica e ostetricia” sotto la guida del Cavalier Paolo Baroni, conseguendo anche la laurea in Chirurgia e nel gennaio del 1835 ottiene l’abilitazione alla professione medica.

La professione di Carlo Venturini come medico inizia nelle Marche a Montemarciano, nel 1835.

Questo periodo è caratterizzato da una serie di spostamenti per consulenze e sostituzioni e dalla partecipazione a molti concorsi per condotta medica.

Il 29 dicembre 1835 viene prescelto a medico comprimario a Recanati dove, fino al 12 gennaio 1841, esercita la professione. Il 21 novembre 1837 si unisce in matrimonio con la signorina Giuseppa Presottini, figlia del Capitano Antonio e della Contessa Alessandra Stelluti: da questa unione nacquero il 5 agosto 1843 il primo figlio venuto alla luce già morto e il 17 settembre 1844 la figlia Antonia che morirà a soli 5 anni, il 26 maggio 1849.

Tra il 1841 e il 1842 esercita come medico primario a Palestrina, venendo in contatto con importanti famiglie romane. E’ poi primario a Ripatransone e a Filottrano fino al 23 settembre 1844.

Si stabilisce poi a Città della Pieve come medico primario e qui vi trascorrerà 8 anni circa che segnano un periodo importante per la vita del Venturini: inizia una serie di riconoscimenti di Accademie, Istituti ed Atenei con una fitta rete di corrispondenza con personaggi della cultura italiana ed europea.

Nel 1846 è nominato dalla Repubblica di S. Marino medico militare onorario e nel 1851 è promosso capitano medico onorario delle truppe.

Nel 1848 il Pontefice Pio IX lo decora con l’Ordine Equestre di San Gregorio Magno “per i servizi resi con la sua arte medica al Governo Pontificio”.

Nel 1853 è primo eletto alla primaria condotta medica di Spoleto con l’assegno annuo di scudi 400 e prende possesso della condotta il 23 settembre 1853. Qui svolge un’intensa attività, sostituendo anche il primario chirurgo, spesso chiamato a consulto e più volte incaricato dal Tribunale criminale per autopsie e perizie giudiziarie. Nel 1855 a Spoleto si sviluppa un’epidemia di colera, come medico si distingue nella cura degli ammalati; lui stesso è colpito dal male, si cura da solo e guarisce in sette giorni.

Carlo Venturini diventa un personaggio influente della società spoletana e forse per la posizione sociale raggiunta nel 1858, dopo cinque anni e mezzo di servizio, non viene riconfermato quale medico primario; è costretto ad andarsene, a causa di una “congiura di invidiosi” ma nel Memoriale non accenna ai motivi per cui lascia la città e chiede un altro impiego al Sovrano: infatti si reca a Roma dove viene ricevuto in udienza da Papa Pio IX a cui chiede un impiego nella Sanità Militare, ma la risposta è negativa.

Viene nominato allora Medico Governativo, Direttore dell’Ospedale del Bagno di Ancona dove nel 1858 si trasferisce e dove rimarrà fino agli ultimi anni della sua vita.

Nel 1860 riceve la nomina di Console ed Incaricato d’Affari del governo di Tunisi in Ancona conferita da Muscir Mohammed El-Sadoc Bey.

La carica assunta da Venturini ha un valore soprattutto rappresentativo e costituisce il pretesto per scambi di onorificenze tra amici e conoscenti.

Il 30 novembre 1860 le truppe piemontesi liberano Ancona dal potere pontificio e col plebiscito del 4 – 5 novembre l’Umbria e le Marche dichiarano l’annessione alla Monarchia Costituzionale di Vittorio Emanuele II.

Questi eventi, seppur tanto importanti, sfiorano solamente la vita di Venturini: al subentro del Governo Piemontese fu pregato di continuare il suo incarico di medico direttore della Darsena e questo scrive nel Memoriale, senza nessuna annotazione di carattere emotivo sulla nuova situazione politica.

Nel frattempo sono continuate le onorificenze ottenute da Accademie e Società di Istituti sia italiane che straniere e l’elenco è lunghissimo e comprende anche cariche di Ordini Equestri.

Nel 1864 abbandona la sua attività di medico del carcere della Darsena di Ancona: nei suoi appunti ricorda che per aver denunciato alcuni Ufficiali che abusavano dei loro poteri “ebbe un qualche ingiusto dispiacere che volle disprezzare con orgogliosa ma onesta ritirata”.

I fatti erano stati altri: Venturini era stato esonerato dall’incarico perchè accusato di aver aiutato dei detenuti a fuggire.

Da questo momento la sua unica attività rimane quella diplomatica: console tunisino e anche rappresentante del Governo di San Marino.

Nel 1865 si reca a Tunisi, incaricato dal Governo della Repubblica di San Marino di presentare al Sovrano le insegne dell’Ordine Equestre di San Marino.

Il Sovrano lo decora dell’onorificenza di Commendatore del Nichan Iftihar di Tunisi.

Dal 1859 al 1876 si intensificano i rapporti con la Repubblica di San Marino: viaggi, soggiorni, amicizie con i reggenti; svolge vari servizi, procura donazioni.

Nel 1870, nel pieno della sua attività diplomatica, il 5 luglio riceve in omaggio dal Cavalier Jaccarino di Napoli prima 300 volumi, poi altri 150 e quindi monete, medaglie maioliche, ecc.

Nell’elenco delle donazioni del Memoriale, appare al punto 534 per la prima volta un riferimento al suo piccolo museo.

L’appartenere al circuito culturale delle Accademie caratterizzato da scambio di cortesie tra i membri e l’accumulo di doni come ricompensa per l’attività di medico prima e di diplomatico poi, fanno nascere il progetto di creare un proprio museo.

Nel 1871 fa una donazione al Comune di Massa Lombarda di L.50.000 lire in oro, a scopo di istruzione e beneficenza.

Nulla dimentica che possa recare utilità e decoro alla sua patria; assegna due pensioni annuali di L.500 l’una , per mantenere giovani agli studi; istituisce un fondo per acquisto libri e uno stipendio ad un bibliotecario, destina premi di incoraggiamento agli insegnanti, contribuisce con sussidi a favore degli indigenti e alla società operaia di mutuo soccorso.

L’11 novembre 1871 il Consiglio Comunale di Massa Lombarda accoglie la sua offerta di L.50.000 per istituzioni di pubblica utilità e ne decreta il ricordo con l’apposizione di una lapide nella sede comunale.

Il 29 settembre 1873 stipula l’atto pubblico della suddetta donazione e in tale occasione propone l’istituzione di una società operaia di Mutuo Soccorso, alla quale contribuisce come socio promotore onorario con un versamento annuo personale di L.50.

Dal 1874 al 1884 intensifica la raccolta degli oggetti e dei libri a lui donati o acquistati e le sue annotazioni “maniacali” registrano ogni tipo di omaggio, oggetti curiosi, anche cibi accanto a pezzi archeologici e libri; nel 1876 inizia il catalogo dei libri della sua “piccola biblioteca” e dal 1879 inizia l’inventario del suo “piccolo museo o bazar”.

Dal 1879 Carlo Venturini fa viaggi sempre più frequenti nel paese natio con due obiettivi pressanti: trovare il luogo per una degna sepoltura e la sede appropriata per la sua raccolta che celebri degnamente la sua figura. Sebbene ottenga l’autorizzazione della diocesi per una cappella nella Chiesa della Beata Vergine della Consolazione, verrà poi effettivamente sepolto nel cimitero, forse per il mancato assenso delle autorità civili.

Nel 1881 riesce ad acquistare una casa in via Gian Battista Bassi, 6 in cui allestisce la sede del suo museo.

Il 27 giugno 1881 cessa dalle funzioni di console della Tunisia perchè la Francia ha imposto il suo protettorato sulla Tunisia, i cui sudditi saranno assistiti e protetti da Consoli francesi.

Il 18 novembre 1881 muore la moglie Giuseppa Presottini..

Nel 1882 accetta l’incarico di Console in Ancona della Repubblica di Venezuela a Caracas; nel 1883 torna a vivere a Massa Lombarda.

L’ultima annotazione sul Memoriale di Carlo Venturini è del 27 agosto 1886.

Muore in età di 77 anni, dopo 3 giorni di malattia, per “congestione cerebrale.” Il suo testamento pubblicato a rogito n°2005 del notaio Avv. Emilio Roli, è nelle mani dell’amico Eugenio Bonvicini, nominato suo esecutore testamentario assieme al parroco, don Angelo Folli.

In un articolo comparso su “Il Ravennate” del 16 novembre 1886, si conferma che Venturini nomina il Municipio erede universale di tutto il suo avere (circa 50.000 L. più un casa con annessa biblioteca e un museo) stabilendo inoltre di destinare L.10.000 alla Società Operaia, L.10.000 all’Asilo Infantile facilitandone la piena attuazione del programma educativo, L.500 alla Banda Musicale per l’acquisto d’istrumenti, L.500 alla Congregazione di Carità per orfani, orfane e cronici, L.600 al Monte di Pietà per la liberazione di pegni ecc.